Riporto qui alcune considerazioni personali che ho postato in altri luoghi con le risposte che ho rivevuto. (E.C.: * il 1999 è l'anno di pubblicazione della particolarte edizione del Manuale di Moore e non l'anno di morte dell'autore).
144 Domande all'esperto
Roberto'S - 30 ago 2011
IL VALZER VIENNESE HA UN ALTRO PADRE: ALEX MOORE NON C'ENTRA.
Gentile Prof.ssa Scipioni mi pare di "essere in treno" di assumermi il ruolo di (spero moderato) rompiscatole in questo blog che per questo e per altro apprezzo non poco come potrà notare anche dal mio post nell'area del Prof. Amboni. Ma non me ne voglia: è a fin di Ballo.
Posso dire che ho provato la sua coreografia del Viennese e la giudico molto ma molto carina anche se poi, a livello Musicale, Lei sa meglio di me, che c'è Viennese e Viennese e ognuno di essi potrebbe essere interpretato diversamente oltre che, pourquoi pas, improvvisato. Ma non è solo per complimentarmi con Lei che inserisco questo post.
Nel cercare di aggiornare i miei ricordi di vita passata mi sono letto qualcosa di gradevole del Prof. Rino Capone, uno studioso con una grande passione per il ballo, che cita il buon vecchio Alex in merito al limite delle 56 battute/minuto per il Viennese dichiarandosi concorde con il grande maestro nel non andare oltre come è invece uso e costume odierno. Ora vedo la sua citazione dello stesso Mr. Moore e sempre in merito al Viennese che riporto qui di seguito:
“Sebbene questo ballo sia stato regolamentato con il pivot di punta nella seconda metà di tutti i giri, molti atleti, in questa seconda parte dei giri, usano il pivot di tacco. Il pivot di punta è più vivace e dà più sollevamento; il pivot di tacco permette un movimento più libero e più fluttuante.”
Mi fa molto piacere che il caro Alex goda ancora oggi, ad un secolo dalla sua nascita, di un certo seguito ma vorrei fare una piccola precisazione.
Nell'ultima edizione inglese del Manuale dei Manuali, dato alle stampe più o meno nell'anno della morte del suo Autore, cito a memoria *1999, credo a cura della figlia e non della bella Pat, manca casualmente proprio il "Viennese di Moore" e vi è riportato oramai il solo "Viennese Continentale" che non credo proprio godesse delle preferenze del maestro.
A questo proposito vorrei far notare che malgrado fosse uscito dalle competizioni internazionali fin dal 1953, il Viennese di Moore è rimasto presente nel manuale fino alla 9a edizione che mi pare sia anche l'ultima ad aver avuto fino ad ora traduzione in italiano. Non solo, ma rispetto alla edizione del 1938, Moore ha successivamente ampliato la bozza primaria e ha poi mantenuto inalterato lo spazio dedicato alla sua versione di Viennese, mentre nei 50 anni successivi (è vissuto a lungo e se avesse voluto avrebbe avuto tutto il tempo per farlo) non ha mai dedicato molta attenzione al Viennese Continentale. La traduzione italiana della sezione viennese del manuale non è felicissima, mi creda.
Nel Viennese di Moore le "Tagliatelle Tedesche" non ci sono, ne a destra ne a sinistra, non sono proprio annoverate ne tra le figure di base ne tra quelle avanzate, ma sono invece comprese nelle figure del Viennese Continentale, presentato e descrito da Alex alla bene e peggio, nelle poche paginette a fine manuale con qualcosa di ripreso e mantenuto anche in stile tipografico diverso fin dalle edizioni a cura di Sir James, e cioè scopiazzate pari pare dai manuali tecnici dell'Imperiale Asso-masters of dancing .
Personalmente sono convinto anch'io, come il Prof. Capone, che 56 Bar/minuto vadano bene, ma penso che vadano bene per il Viennese di Moore mentre ritengo che le stesse 56 possano essere talvolta Noiose, se ballate da una coppia di buoni-ambedue ballerini, per il Viennese Continentale (che oggi significa Standard senza più significare Inglese e che, oggi, Tutti ballano magari senza Fleckerls e Contra-Check anche per hobby, e non solo in competizioni nazionali e internazionali).
E per venire al punto, in merito al giro di tacco piuttosto che di punta, personalmente non ho alcun dubbio che il Pivot di Pianta nel Viennese Continentale, che oggi è solidamente Lo Standard Internazionale, sia di gran lunga da preferire, ma sono anche convinto che nel Viennese di Moore, il Pivot di Tacco sia "Irrinunciabile" e ne sono convinto anche più dello stesso Moore che trova il compromesso letterario, nella citazione che Lei stessa riporta, per salvare capra e cavoli nel suo comunque ottimo manuale. In effetti il giro sul tacco ha una qualche incoerenza con il Fall and Rise "normale" degli altri passi del Viennese alla Moore ma, se per questo, anche i Fleckerls del Viennese di Vienna hanno qualche incoerenza con il "normale" sway degli altri passi. Personalmente trovo che il Pivot di Tacco nella seconda metà del giro del Valzer Continentale appesantisca italianamente l'incedere contrariamente a quanto avviene nell'Altro Viennese.
La considerazione di Moore comunque non riguarda il V. Continentale ma rimane nella sezione del Viennese che stava nascendo dalla nuova revisione tecnica tutta inglese, ed internazionale solo per oggettiva ed evidente supremazia competitiva .
Il Ballo è movimento, non è in sè musica, non è competizione, non è esibizione, non è regolamento o almeno non è solo questo; è in primis movimento e i movimenti hanno una loro coerenza e una loro metrica che vanno oltre le competizioni, i regolamenti e i power games. Il Valzer Viennese di Alex Moore è semplicemente un "Altro Ballo", pressoché incompiuto e già quasi scomparso o comunque dimenticato fuori dall'Impero, che fortunatamente oggi non ha più niente da spartire con le gare, i giudici e le associations of masters : è un ballo di coppia, elittario e di nicchia, che pochi conoscono dentro o fuori dalle competizioni, una manifestazione dello spirito umano che si manifesta nel movimento: è Arte, Forma di Corteggiamento o se preferisce Attività Ludica. I 2 Viennesi, omonimi, hanno in comune tra loro solo le musica su cui vengono ballati e niente più ma anche su questo ci sarebbe da discernere (come dire che Mozart e Jovanotti sono la stessa cosa perchè le loro musiche sono suonate dallo stesso iPod)
E il prof. Capone non dovrebbe essere troppo sorpreso che si esegua sempre più raramente lo Spin Fuoritempo dal momento che è parte coerente di un'altro ballo, che fù, e non del Viennese Standard, che è. A Voi di oggi, per le Competizioni Regolamentate e già da oltre mezzo secolo, non rimane che il Valzer Continentale ma non è stata una scelta di Alex e la citazione del pensiero del Maestro dei Maestri per quanto suggestiva non mi pare sia così pertinente con l'idea odierna del Valzer Viennese Stadard e delle Money-Make Competitions che lo imbrigliano.
Ovviamente quando un competitore intende esprimere un proprio ossequio ai regolamenti e una sudditanza a chi lo deve giudicare si comporta di conseguenza e si uniforma (anche nel comico taglio dei capelli da ballerino competitore) se vuole portare a casa una coppa diversa da una coppetta gelato. Ma, fuori dalle gare, nel mondo reale, tutti quelli che amano il ballo e non solo le competizioni possono seguire i suggerimenti della tradizione, che solo di questo si tratta, di un grande maestro come è stato Alex Moore e per le competizioni possono sempre comprarsi una motocicletta o un pallone che anch'essi si prestano ottimamente ad effettuare gare e tornei, non solo su pista ma anche su strada e sull'erba.
Ovviamente non vi è alcuna critica alla sua persona e al suo lavoro in questo mio post, per i quali ho il massimo rispetto, ma solo un tentativo di effettuare un refreming dell'immagine stereotipata che ha acquisito il Ballo in questi anni di "professionalizzazione spinta" e di abbandono della propria essenza artistica, sociale e ludica a favore di quella disciplinare ed economica che ha solo motivo comprensibile ma arbitrario di essere, e comunque per un limitato segmento consumer.
Non andrebbe inoltre dimenticato che ogni ballo ha una sua dimensione storica e che il Valzer "Veloce" che Moore descrive era ancora in innovativa revisione tecnica al momento in cui è scoppiata la 2a Guerra mondiale (era il NUOVO Viennese che stava soppiantando l'Old Time - non so nemmeno se oggi sia corretto chiamarlo ancora "Viennese") e alla fine del lungo conflitto le cose erano tanto profondamente cambiate da rendere inutile portare avanti il progetto originario inglese dal momento che qualche concessione culturale doveva essere fatta a livello internazionale anche agli sconfitti, non in pista ma a cannonate, sul campo di battaglia.
Probabilmente alle popolazioni tedesche che, in quegli anni, rientravano culturalmente nel mondo civile dopo la brutta guerra, le guerre sono spesso brutte, qualche cosa doveva essere politicamente concesso, in segno di pace e ritorno alla normalità, malgrado la supremazia tecnica inglese fosse chiara e ... si sarà considerato, non senza qualche ragione, che fosse più Viennese un Valzer ballato a Vienna piuttosto che uno ballato a Londra. Moore è rimasto malgrado questo, in qualche modo, legato alle proprie convinzioni in materia.
Il Viennese di Moore è stato preso, e "in-ballato", in controtempo e non è riuscito a raggiungere il successo di pubblico che ha raggiunto, ma non Italia, il fratello Lento forse in ossequio al detto che " chi va piano va sano e va lontano".
Per inciso, se Lei ha occasione di guardare "Orizzonti di Gloria" (Paths of Glory), film del 1957 di Kubrick, buongustaio in materia, puo' vedere un Valzerino ballato nella 1a Guerra Mondiale (ambientato nel 1916 ca).
Riassumendo il Viennese descritto da Alex non ha un passo che sia uno uguale a quello del Viennese Standard. Non un giro. Neanche uno. Neanche il passo di cambio è lo stesso ! Non entro qui nel merito del valore: non mi interesse definire se sia migliore quello di Moore o quello Standard (e/o Continentale), ognuno ha i suoi gusti e in gara ci sono i regolamenti, dico solo che sono 2 cose diverse e una l'abbiamo persa per corre dietro solo alle competizioni. Il Ballroom Dancing in questi anni ha guadagnato molto ma a mio giudizio ha perso anche molto: forse anche il ricordo delle proprie origini, non crede ?
Risposta di Angela Scipioni: Si ha ragione. Infatti nel mio articolo non si parla di storia e origini del Valzer Viennese ma si presenta una coreografia con figurazioni presentate e commentate al Congresso di Rimini fatto due anni orsono. Congresso che poi è stato ripetuto (in privato da un Maestro) a Castellanza e al quale io ho partecipato. Per quanto riguarda le origini esiste una magistrale discussione sul famosissimo testo di Remi Hess dal titolo "IL VALZER" nel quale si affronta il complesso problema storico, tecnico, politico, religioso e sociale in ben 350 pagine. Nella osservazione/2 dell'articolo viene presentato il punto di vista di Alex Moore che, ovviamente, è discutibile così come è discutibile tutta la tecnica del testo e anche della diatriba fra Valzer Viennese e Valzer Viennese Continentale. Per quanto riguarda la Sua dissertazione sull'argomento e sugli altri argomenti da Lei esposti, concordo con Lei su tutto. Ma, vede, sono poche le persone come Lei che vogliono affrontare i problemi del ballo a 360 gradi; ai competitori interessa la crocetta e basta. Mi scusi per la franchezza. E questa è una mia delusione. Io amo il Ballo ma lo amo proprio come Lei. Buona serata.
144 Domande all'esperto
Roberto'S - 30 ago 2011
IL VALZER VIENNESE HA UN ALTRO PADRE: ALEX MOORE NON C'ENTRA.
Gentile Prof.ssa Scipioni mi pare di "essere in treno" di assumermi il ruolo di (spero moderato) rompiscatole in questo blog che per questo e per altro apprezzo non poco come potrà notare anche dal mio post nell'area del Prof. Amboni. Ma non me ne voglia: è a fin di Ballo.
Posso dire che ho provato la sua coreografia del Viennese e la giudico molto ma molto carina anche se poi, a livello Musicale, Lei sa meglio di me, che c'è Viennese e Viennese e ognuno di essi potrebbe essere interpretato diversamente oltre che, pourquoi pas, improvvisato. Ma non è solo per complimentarmi con Lei che inserisco questo post.
Nel cercare di aggiornare i miei ricordi di vita passata mi sono letto qualcosa di gradevole del Prof. Rino Capone, uno studioso con una grande passione per il ballo, che cita il buon vecchio Alex in merito al limite delle 56 battute/minuto per il Viennese dichiarandosi concorde con il grande maestro nel non andare oltre come è invece uso e costume odierno. Ora vedo la sua citazione dello stesso Mr. Moore e sempre in merito al Viennese che riporto qui di seguito:
“Sebbene questo ballo sia stato regolamentato con il pivot di punta nella seconda metà di tutti i giri, molti atleti, in questa seconda parte dei giri, usano il pivot di tacco. Il pivot di punta è più vivace e dà più sollevamento; il pivot di tacco permette un movimento più libero e più fluttuante.”
Mi fa molto piacere che il caro Alex goda ancora oggi, ad un secolo dalla sua nascita, di un certo seguito ma vorrei fare una piccola precisazione.
Nell'ultima edizione inglese del Manuale dei Manuali, dato alle stampe più o meno nell'anno della morte del suo Autore, cito a memoria *1999, credo a cura della figlia e non della bella Pat, manca casualmente proprio il "Viennese di Moore" e vi è riportato oramai il solo "Viennese Continentale" che non credo proprio godesse delle preferenze del maestro.
A questo proposito vorrei far notare che malgrado fosse uscito dalle competizioni internazionali fin dal 1953, il Viennese di Moore è rimasto presente nel manuale fino alla 9a edizione che mi pare sia anche l'ultima ad aver avuto fino ad ora traduzione in italiano. Non solo, ma rispetto alla edizione del 1938, Moore ha successivamente ampliato la bozza primaria e ha poi mantenuto inalterato lo spazio dedicato alla sua versione di Viennese, mentre nei 50 anni successivi (è vissuto a lungo e se avesse voluto avrebbe avuto tutto il tempo per farlo) non ha mai dedicato molta attenzione al Viennese Continentale. La traduzione italiana della sezione viennese del manuale non è felicissima, mi creda.
Nel Viennese di Moore le "Tagliatelle Tedesche" non ci sono, ne a destra ne a sinistra, non sono proprio annoverate ne tra le figure di base ne tra quelle avanzate, ma sono invece comprese nelle figure del Viennese Continentale, presentato e descrito da Alex alla bene e peggio, nelle poche paginette a fine manuale con qualcosa di ripreso e mantenuto anche in stile tipografico diverso fin dalle edizioni a cura di Sir James, e cioè scopiazzate pari pare dai manuali tecnici dell'Imperiale Asso-masters of dancing .
Personalmente sono convinto anch'io, come il Prof. Capone, che 56 Bar/minuto vadano bene, ma penso che vadano bene per il Viennese di Moore mentre ritengo che le stesse 56 possano essere talvolta Noiose, se ballate da una coppia di buoni-ambedue ballerini, per il Viennese Continentale (che oggi significa Standard senza più significare Inglese e che, oggi, Tutti ballano magari senza Fleckerls e Contra-Check anche per hobby, e non solo in competizioni nazionali e internazionali).
E per venire al punto, in merito al giro di tacco piuttosto che di punta, personalmente non ho alcun dubbio che il Pivot di Pianta nel Viennese Continentale, che oggi è solidamente Lo Standard Internazionale, sia di gran lunga da preferire, ma sono anche convinto che nel Viennese di Moore, il Pivot di Tacco sia "Irrinunciabile" e ne sono convinto anche più dello stesso Moore che trova il compromesso letterario, nella citazione che Lei stessa riporta, per salvare capra e cavoli nel suo comunque ottimo manuale. In effetti il giro sul tacco ha una qualche incoerenza con il Fall and Rise "normale" degli altri passi del Viennese alla Moore ma, se per questo, anche i Fleckerls del Viennese di Vienna hanno qualche incoerenza con il "normale" sway degli altri passi. Personalmente trovo che il Pivot di Tacco nella seconda metà del giro del Valzer Continentale appesantisca italianamente l'incedere contrariamente a quanto avviene nell'Altro Viennese.
La considerazione di Moore comunque non riguarda il V. Continentale ma rimane nella sezione del Viennese che stava nascendo dalla nuova revisione tecnica tutta inglese, ed internazionale solo per oggettiva ed evidente supremazia competitiva .
Il Ballo è movimento, non è in sè musica, non è competizione, non è esibizione, non è regolamento o almeno non è solo questo; è in primis movimento e i movimenti hanno una loro coerenza e una loro metrica che vanno oltre le competizioni, i regolamenti e i power games. Il Valzer Viennese di Alex Moore è semplicemente un "Altro Ballo", pressoché incompiuto e già quasi scomparso o comunque dimenticato fuori dall'Impero, che fortunatamente oggi non ha più niente da spartire con le gare, i giudici e le associations of masters : è un ballo di coppia, elittario e di nicchia, che pochi conoscono dentro o fuori dalle competizioni, una manifestazione dello spirito umano che si manifesta nel movimento: è Arte, Forma di Corteggiamento o se preferisce Attività Ludica. I 2 Viennesi, omonimi, hanno in comune tra loro solo le musica su cui vengono ballati e niente più ma anche su questo ci sarebbe da discernere (come dire che Mozart e Jovanotti sono la stessa cosa perchè le loro musiche sono suonate dallo stesso iPod)
E il prof. Capone non dovrebbe essere troppo sorpreso che si esegua sempre più raramente lo Spin Fuoritempo dal momento che è parte coerente di un'altro ballo, che fù, e non del Viennese Standard, che è. A Voi di oggi, per le Competizioni Regolamentate e già da oltre mezzo secolo, non rimane che il Valzer Continentale ma non è stata una scelta di Alex e la citazione del pensiero del Maestro dei Maestri per quanto suggestiva non mi pare sia così pertinente con l'idea odierna del Valzer Viennese Stadard e delle Money-Make Competitions che lo imbrigliano.
Ovviamente quando un competitore intende esprimere un proprio ossequio ai regolamenti e una sudditanza a chi lo deve giudicare si comporta di conseguenza e si uniforma (anche nel comico taglio dei capelli da ballerino competitore) se vuole portare a casa una coppa diversa da una coppetta gelato. Ma, fuori dalle gare, nel mondo reale, tutti quelli che amano il ballo e non solo le competizioni possono seguire i suggerimenti della tradizione, che solo di questo si tratta, di un grande maestro come è stato Alex Moore e per le competizioni possono sempre comprarsi una motocicletta o un pallone che anch'essi si prestano ottimamente ad effettuare gare e tornei, non solo su pista ma anche su strada e sull'erba.
Ovviamente non vi è alcuna critica alla sua persona e al suo lavoro in questo mio post, per i quali ho il massimo rispetto, ma solo un tentativo di effettuare un refreming dell'immagine stereotipata che ha acquisito il Ballo in questi anni di "professionalizzazione spinta" e di abbandono della propria essenza artistica, sociale e ludica a favore di quella disciplinare ed economica che ha solo motivo comprensibile ma arbitrario di essere, e comunque per un limitato segmento consumer.
Non andrebbe inoltre dimenticato che ogni ballo ha una sua dimensione storica e che il Valzer "Veloce" che Moore descrive era ancora in innovativa revisione tecnica al momento in cui è scoppiata la 2a Guerra mondiale (era il NUOVO Viennese che stava soppiantando l'Old Time - non so nemmeno se oggi sia corretto chiamarlo ancora "Viennese") e alla fine del lungo conflitto le cose erano tanto profondamente cambiate da rendere inutile portare avanti il progetto originario inglese dal momento che qualche concessione culturale doveva essere fatta a livello internazionale anche agli sconfitti, non in pista ma a cannonate, sul campo di battaglia.
Probabilmente alle popolazioni tedesche che, in quegli anni, rientravano culturalmente nel mondo civile dopo la brutta guerra, le guerre sono spesso brutte, qualche cosa doveva essere politicamente concesso, in segno di pace e ritorno alla normalità, malgrado la supremazia tecnica inglese fosse chiara e ... si sarà considerato, non senza qualche ragione, che fosse più Viennese un Valzer ballato a Vienna piuttosto che uno ballato a Londra. Moore è rimasto malgrado questo, in qualche modo, legato alle proprie convinzioni in materia.
Il Viennese di Moore è stato preso, e "in-ballato", in controtempo e non è riuscito a raggiungere il successo di pubblico che ha raggiunto, ma non Italia, il fratello Lento forse in ossequio al detto che " chi va piano va sano e va lontano".
Per inciso, se Lei ha occasione di guardare "Orizzonti di Gloria" (Paths of Glory), film del 1957 di Kubrick, buongustaio in materia, puo' vedere un Valzerino ballato nella 1a Guerra Mondiale (ambientato nel 1916 ca).
Riassumendo il Viennese descritto da Alex non ha un passo che sia uno uguale a quello del Viennese Standard. Non un giro. Neanche uno. Neanche il passo di cambio è lo stesso ! Non entro qui nel merito del valore: non mi interesse definire se sia migliore quello di Moore o quello Standard (e/o Continentale), ognuno ha i suoi gusti e in gara ci sono i regolamenti, dico solo che sono 2 cose diverse e una l'abbiamo persa per corre dietro solo alle competizioni. Il Ballroom Dancing in questi anni ha guadagnato molto ma a mio giudizio ha perso anche molto: forse anche il ricordo delle proprie origini, non crede ?
Risposta di Angela Scipioni: Si ha ragione. Infatti nel mio articolo non si parla di storia e origini del Valzer Viennese ma si presenta una coreografia con figurazioni presentate e commentate al Congresso di Rimini fatto due anni orsono. Congresso che poi è stato ripetuto (in privato da un Maestro) a Castellanza e al quale io ho partecipato. Per quanto riguarda le origini esiste una magistrale discussione sul famosissimo testo di Remi Hess dal titolo "IL VALZER" nel quale si affronta il complesso problema storico, tecnico, politico, religioso e sociale in ben 350 pagine. Nella osservazione/2 dell'articolo viene presentato il punto di vista di Alex Moore che, ovviamente, è discutibile così come è discutibile tutta la tecnica del testo e anche della diatriba fra Valzer Viennese e Valzer Viennese Continentale. Per quanto riguarda la Sua dissertazione sull'argomento e sugli altri argomenti da Lei esposti, concordo con Lei su tutto. Ma, vede, sono poche le persone come Lei che vogliono affrontare i problemi del ballo a 360 gradi; ai competitori interessa la crocetta e basta. Mi scusi per la franchezza. E questa è una mia delusione. Io amo il Ballo ma lo amo proprio come Lei. Buona serata.